EDIPO A COLONO
8_18 GIUGNO
Un mito straordinario, che narra gli elementi di cui è fatta la cultura dell’uomo contemporaneo, lucidamente ne vede gli errori, i passi falsi, le trappole.
FLOATING|DANCEHAUSPiù
Ogni giorno il nostro cervello assimila 34 gygabite di contenuti, l’equivalente di oltre centomila parole.
Si tratta di un bombardamento sensoriale costante che contraddistingue l’era digitale in cui viviamo; internet ci offre un accesso semplice, gratuito e pressoché illimitato a dati e notizie di ogni genere, sollecitando continuamente la nostra curiosità. Così ci affanniamo quotidianamente per cogliere tutti gli stimoli con cui la rete cerca di ammaliarci, accumulando compulsivamente un’esorbitante serie di nozioni che non siamo in grado di elaborare. Questo fenomeno è definito “sovraccarico cognitivo” ed è ciò che inibisce la nostra capacità di prestare attenzione: troppi elementi da valutare, la possibilità di scelta si moltiplica all’infinito e non sappiamo più distinguere dall’insieme ciò che è rilevante da ciò che non lo è.
La mente si paralizza e chiude i canali di comunicazione con la realtà, lasciandosi fluttuare libera in uno spazio indefinito. Selezionare, analizzare e riflettere diventano processi troppo faticosi da avviare e come unica soluzione ci abbandoniamo al fluire di immagini e parole, alle quali permettiamo di manipolarci.
È possibile riacquistare il controllo della nostra mente o siamo inesorabilmente destinati a macinare più informazioni di quante il cervello ne possa processare?
AFFI|Spellbound
“Äffi”, una delle creazioni di maggior successo internazionale di Marco Goecke, è stata inserita nel repertorio dello Scapino Ballet di Rotterdam nel 2006, ed è stata eseguita da Tadayoshi Kokeguchi nel 2006 a Istanbul e nel 2008 a New York. Sebbene Arman Zazyan, Damiano Pettenella, William Moore, David Moore, Robert Robinson, Mischa van Leuven e – finora unica donna – Katja Wünsche hanno studiato l’assolo, la performance più memorabile è quella del fenomenale Marijn Rademaker, protagonista della prima, che nel 2006 gli è valso il prestigioso premio teatrale tedesco “Der Faust” (“The Fist”) come “Best Dance Performer”, assegnato per la prima volta quell’anno. Spellbound Contemporary Ballet è la sola compagnia di produzione italiana da avere in repertorio questa creazione.
Basato sulla grammatica della tecnica classica anche il gesto di Goecke ma fortemente contaminato dalle espressioni del tanztheater tedesco: «Il motore del mio lavoro è l’angoscia, può diventare una fonte di speranza. Rendere l’angoscia visibile e palpabile per trasformarla in bellezza», dice Goecke nel documentario rivelatorio A fleur de peau, realizzato da Manon Lichtveld e Bas Westerhof , nel quale l’artista ci porta dentro la passione per il teatro scoperta a 14 anni, gli attacchi di panico, iniziati da giovane, la meraviglia della creazione. «Sfuggire dal corpo, scappare dai propri limiti è quello che cerco di fare con i movimenti veloci del mio vocabolario», spiega l’artista.
UNKNOWN WOMAN|Spellbound
Unknown Woman è un racconto serio ed immaginario allo stesso tempo, è un raccoglitore di memorie e di pensieri di quello che è accaduto con un’ artista importante in 20 anni di collaborazione e di condivisione. Io e lei abituati in questi 20 anni a raccontarci alcune cose segrete attraverso dei movimenti, dei portatori sani di verità, una rubrica disordinata dove ho dovuto leggere e rileggere appunti per capire la donna e l’artista.
Forse ci siamo capiti solo in una sala prove e sul palcoscenico di un teatro, ma come si fa a capire un’ artista? inseguirla è stato possibile solo con gli occhi e con il cuore, ogni altro modo ti confonde ancora di più e ogni volta devi quasi ricominciare dall’inizio, come ci ripresentassimo e ci chiedessimo per la prima volta il nome.
Non so dove finisce l’immaginazione e quanto invece ho imparato da lei in questi 20 anni.
Da sconosciuti siamo ancora in sala, ci osserviamo, ci regaliamo e ci rubiamo cose, ma ci conosciamo bene e per questo camminiamo ancora insieme. ( Mauro Astolfi)
KAVOC|Spellbound
Kavoc è un piccolo studio sulla misura e sulla sensibilità. Il lavoro è stato costruito immaginando una relazione inversa tra il movimento e lo spazio, dove le dinamiche e la sensazione del corpo vengono immaginate come proiettate da una parte all’altra del corpo stesso, come non ci fosse qualcosa al di fuori, come non ci fosse uno spazio in cui potersi muovere.
Kavoc è il corpo che restituisce a se stesso qualcosa, questa volta non un’immagine in movimento da mostrare all’esterno, ma un movimento per ricordarsi cosa ci muove, un ringraziamento e un tributo a una struttura che ci sostiene, che ci permette di sentire il mondo che ci circonda.
FLOATING
Di e con Franchina Leone – Vittoria Franchina e Giovanni Leone
Produzione DANCEHAUSpiù
Musiche
Mars di Alex Mein Smith – 3.00 Aurora di Alva noto – 4.00
AFFI
Coreografie, set e costumi Marco Goecke
Interprete Mario La Terza
Assistente alla coreografia Giovanni di Palma
Luci riadattamento Marco Policastro
Musiche Johnny Cash
Riallestimento per Spellbound Contemporary Ballet
UNKNOWN WOMAN
Coreografia Mauro Astolfi
Interprete Maria Cossu
Assistente alla coreografia Alessandra Chirulli
Disegno Luci Marco Policastro
Costume Anna Coluccia
Musiche AAVV
KAVOC Il ricordo di sè
Coreografia Mauro Astolfi
Interprete Giuliana Mele
Assistente alla coreografia Alessandra Chirulli
Disegno Luci Marco Policastro
Musiche J.S.Bach
PREZZI
Intero 16 €
Dance card 8 €
Convenzioni 12 €
Over 65 / Under 14 8 €
Durata
Floating 14′
Affi 12′
Unknown woman 15′
Kavoc 7′
Prélude
FLOATING|DANCEHAUSPiù
Ogni giorno il nostro cervello assimila 34 gygabite di contenuti, l’equivalente di oltre centomila parole.
Si tratta di un bombardamento sensoriale costante che contraddistingue l’era digitale in cui viviamo; internet ci offre un accesso semplice, gratuito e pressoché illimitato a dati e notizie di ogni genere, sollecitando continuamente la nostra curiosità. Così ci affanniamo quotidianamente per cogliere tutti gli stimoli con cui la rete cerca di ammaliarci, accumulando compulsivamente un’esorbitante serie di nozioni che non siamo in grado di elaborare. Questo fenomeno è definito “sovraccarico cognitivo” ed è ciò che inibisce la nostra capacità di prestare attenzione: troppi elementi da valutare, la possibilità di scelta si moltiplica all’infinito e non sappiamo più distinguere dall’insieme ciò che è rilevante da ciò che non lo è.
La mente si paralizza e chiude i canali di comunicazione con la realtà, lasciandosi fluttuare libera in uno spazio indefinito. Selezionare, analizzare e riflettere diventano processi troppo faticosi da avviare e come unica soluzione ci abbandoniamo al fluire di immagini e parole, alle quali permettiamo di manipolarci.
È possibile riacquistare il controllo della nostra mente o siamo inesorabilmente destinati a macinare più informazioni di quante il cervello ne possa processare?
AFFI|Spellbound
“Äffi”, una delle creazioni di maggior successo internazionale di Marco Goecke, è stata inserita nel repertorio dello Scapino Ballet di Rotterdam nel 2006, ed è stata eseguita da Tadayoshi Kokeguchi nel 2006 a Istanbul e nel 2008 a New York. Sebbene Arman Zazyan, Damiano Pettenella, William Moore, David Moore, Robert Robinson, Mischa van Leuven e – finora unica donna – Katja Wünsche hanno studiato l’assolo, la performance più memorabile è quella del fenomenale Marijn Rademaker, protagonista della prima, che nel 2006 gli è valso il prestigioso premio teatrale tedesco “Der Faust” (“The Fist”) come “Best Dance Performer”, assegnato per la prima volta quell’anno. Spellbound Contemporary Ballet è la sola compagnia di produzione italiana da avere in repertorio questa creazione.
Basato sulla grammatica della tecnica classica anche il gesto di Goecke ma fortemente contaminato dalle espressioni del tanztheater tedesco: «Il motore del mio lavoro è l’angoscia, può diventare una fonte di speranza. Rendere l’angoscia visibile e palpabile per trasformarla in bellezza», dice Goecke nel documentario rivelatorio A fleur de peau, realizzato da Manon Lichtveld e Bas Westerhof , nel quale l’artista ci porta dentro la passione per il teatro scoperta a 14 anni, gli attacchi di panico, iniziati da giovane, la meraviglia della creazione. «Sfuggire dal corpo, scappare dai propri limiti è quello che cerco di fare con i movimenti veloci del mio vocabolario», spiega l’artista.
UNKNOWN WOMAN|Spellbound
Unknown Woman è un racconto serio ed immaginario allo stesso tempo, è un raccoglitore di memorie e di pensieri di quello che è accaduto con un’ artista importante in 20 anni di collaborazione e di condivisione. Io e lei abituati in questi 20 anni a raccontarci alcune cose segrete attraverso dei movimenti, dei portatori sani di verità, una rubrica disordinata dove ho dovuto leggere e rileggere appunti per capire la donna e l’artista.
Forse ci siamo capiti solo in una sala prove e sul palcoscenico di un teatro, ma come si fa a capire un’ artista? inseguirla è stato possibile solo con gli occhi e con il cuore, ogni altro modo ti confonde ancora di più e ogni volta devi quasi ricominciare dall’inizio, come ci ripresentassimo e ci chiedessimo per la prima volta il nome.
Non so dove finisce l’immaginazione e quanto invece ho imparato da lei in questi 20 anni.
Da sconosciuti siamo ancora in sala, ci osserviamo, ci regaliamo e ci rubiamo cose, ma ci conosciamo bene e per questo camminiamo ancora insieme. ( Mauro Astolfi)
KAVOC|Spellbound
Kavoc è un piccolo studio sulla misura e sulla sensibilità. Il lavoro è stato costruito immaginando una relazione inversa tra il movimento e lo spazio, dove le dinamiche e la sensazione del corpo vengono immaginate come proiettate da una parte all’altra del corpo stesso, come non ci fosse qualcosa al di fuori, come non ci fosse uno spazio in cui potersi muovere.
Kavoc è il corpo che restituisce a se stesso qualcosa, questa volta non un’immagine in movimento da mostrare all’esterno, ma un movimento per ricordarsi cosa ci muove, un ringraziamento e un tributo a una struttura che ci sostiene, che ci permette di sentire il mondo che ci circonda.
FLOATING
Di e con Franchina Leone – Vittoria Franchina e Giovanni Leone
Produzione DANCEHAUSpiù
Musiche
Mars di Alex Mein Smith – 3.00 Aurora di Alva noto – 4.00
AFFI
Coreografie, set e costumi Marco Goecke
Interprete Mario La Terza
Assistente alla coreografia Giovanni di Palma
Luci riadattamento Marco Policastro
Musiche Johnny Cash
Riallestimento per Spellbound Contemporary Ballet
UNKNOWN WOMAN
Coreografia Mauro Astolfi
Interprete Maria Cossu
Assistente alla coreografia Alessandra Chirulli
Disegno Luci Marco Policastro
Costume Anna Coluccia
Musiche AAVV
KAVOC Il ricordo di sè
Coreografia Mauro Astolfi
Interprete Giuliana Mele
Assistente alla coreografia Alessandra Chirulli
Disegno Luci Marco Policastro
Musiche J.S.Bach
PREZZI
Intero 16 €
Dance card 8 €
Convenzioni 12 €
Over 65 / Under 14 8 €
Durata
Floating 14′
Affi 12′
Unknown woman 15′
Kavoc 7′
Prélude
8_18 GIUGNO
Un mito straordinario, che narra gli elementi di cui è fatta la cultura dell’uomo contemporaneo, lucidamente ne vede gli errori, i passi falsi, le trappole.
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sede di Elsinor Centro di produzione teatrale d’innovazione
ORARI
9.30/13.00 – 14.00/18.00 da lunedì a venerdì
CHIUSURA ESTIVA dall’1 luglio al 25 agosto
Elsinor soc coop sociale – p.iva 07603210159
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