
LE RANE
2_10 FEBBRAIO
Uno spettacolo on the road tratto dalla celebre commedia di Aristofane che ripercorre Il viaggio del dio Dioniso e del suo servo per raggiungere l’aldilà e riportare in vita la Poesia.
T’amo, o pio bove, diceva Carducci. Pio bove un corno, rispondeva Primo Levi. A 100 anni esatti dalla marcia su Roma conviene tornare con la mente nella cattiva coscienza degli italiani, nel nostro culto e feticismo del Grande Capo con le Corna. Un centenario al contrario (che non avremmo voluto festeggiare) per guardare il passato più cupo della nostra storia con una lente nuova, total-pink. Non tutti si aspettano che il machismo fascista prima che nero fu “rosa”. Una schiera di donne d’eccezione – occultate dalla storia – resero possibile la costruzione del mito di Mussolini, la sua ascesa, l’unione con la Germania, la sconfitta e la memoria postuma. Margherita Sarfatti, amante ebrea e finanziatrice, fondamentale per il colpo di stato e i primi 10 anni del regime; Edda Ciano, la figlia, chiamata “La Madre dell’Asse Roma-Berlino”, fedelissima nazi-fascista, fondamentale per l’avvicinamento dell’Italia alla Germania prima, e poi traditrice a capo della congiura per l’eliminazione di suo padre quando le cose si misero male; Clara Petacci, l’ultima donna, che non fu solo una ragazza sfortunata innamorata dell’uomo sbagliato, ma la sua consigliera antisemita durante gli anni della Repubblica Sociale, compagna nella fuga, nel furto di soldi dalla Banca d’Italia e nella morte; Rachele Mussolini, la moglie o la “sopravvissuta”, ossessionata dalle sedute spiritiche, personaggio secondario finchè il marito fu vivo ma onnipresente nelle TV e rotocalchi del dopoguerra, determinante per la costruzione di un’Italia del “perdono” che sminuì le colpe del regime e perdonò agli italiani il proprio passato da fascisti.
Un monologo che ricolloca le donne a fianco agli uomini nella determinazione dei grandi eventi storici, che educa a raccontare la Storia fuori dagli stereotipi di genere, e mettere in discussione modelli storiografici che accettiamo per abitudine.
Regia e interpretazione Ivonne Capece
Drammaturgia Ivonne Capece
Scene e costumi Micol Vighi
Con il contributo di Regione Emilia Romagna
In partnership con Elsinor Centro di Produzione teatrale, Aics Bologna, Atrium Cultural Route Forlì
SCUOLE SUPERIORI DI SECONDO GRADO: età consigliata + 14
PAROLE CHIAVE: storia del 900, fascismo, figure femminili
GENERE: teatro performativo; linguaggio contemporaneo; uso di tecnologie
PREZZI
Biglietto studenti (all’interno di gruppi scuola) € 9,00
Insegnanti e accompagnatori: un omaggio ogni 15 studenti
Per prenotazione gruppi scuola scrivere a
teatroscuola@teatrofontana.it
T’amo, o pio bove, diceva Carducci. Pio bove un corno, rispondeva Primo Levi. A 100 anni esatti dalla marcia su Roma conviene tornare con la mente nella cattiva coscienza degli italiani, nel nostro culto e feticismo del Grande Capo con le Corna. Un centenario al contrario (che non avremmo voluto festeggiare) per guardare il passato più cupo della nostra storia con una lente nuova, total-pink. Non tutti si aspettano che il machismo fascista prima che nero fu “rosa”. Una schiera di donne d’eccezione – occultate dalla storia – resero possibile la costruzione del mito di Mussolini, la sua ascesa, l’unione con la Germania, la sconfitta e la memoria postuma. Margherita Sarfatti, amante ebrea e finanziatrice, fondamentale per il colpo di stato e i primi 10 anni del regime; Edda Ciano, la figlia, chiamata “La Madre dell’Asse Roma-Berlino”, fedelissima nazi-fascista, fondamentale per l’avvicinamento dell’Italia alla Germania prima, e poi traditrice a capo della congiura per l’eliminazione di suo padre quando le cose si misero male; Clara Petacci, l’ultima donna, che non fu solo una ragazza sfortunata innamorata dell’uomo sbagliato, ma la sua consigliera antisemita durante gli anni della Repubblica Sociale, compagna nella fuga, nel furto di soldi dalla Banca d’Italia e nella morte; Rachele Mussolini, la moglie o la “sopravvissuta”, ossessionata dalle sedute spiritiche, personaggio secondario finchè il marito fu vivo ma onnipresente nelle TV e rotocalchi del dopoguerra, determinante per la costruzione di un’Italia del “perdono” che sminuì le colpe del regime e perdonò agli italiani il proprio passato da fascisti.
Un monologo che ricolloca le donne a fianco agli uomini nella determinazione dei grandi eventi storici, che educa a raccontare la Storia fuori dagli stereotipi di genere, e mettere in discussione modelli storiografici che accettiamo per abitudine.
Regia e interpretazione Ivonne Capece
Drammaturgia Ivonne Capece
Scene e costumi Micol Vighi
Con il contributo di Regione Emilia Romagna
In partnership con Elsinor Centro di Produzione teatrale, Aics Bologna, Atrium Cultural Route Forlì
SCUOLE SUPERIORI DI SECONDO GRADO: età consigliata + 14
PAROLE CHIAVE: storia del 900, fascismo, figure femminili
GENERE: teatro performativo; linguaggio contemporaneo; uso di tecnologie
PREZZI
Biglietto studenti (all’interno di gruppi scuola) € 9,00
Insegnanti e accompagnatori: un omaggio ogni 15 studenti
Per prenotazione gruppi scuola scrivere a
teatroscuola@teatrofontana.it
2_10 FEBBRAIO
Uno spettacolo on the road tratto dalla celebre commedia di Aristofane che ripercorre Il viaggio del dio Dioniso e del suo servo per raggiungere l’aldilà e riportare in vita la Poesia.
11_12 FEBBRAIO
La famosa cagnolina nata dalla penna di Altan rivive sul palco in uno spettacolo pieno di racconti, avventure e personaggi animati
16_19 FEBBRAIO
Dalla penna di Marlowe, la storia dell’uomo che vendette l’anima al diavolo pur di vedere esauditi tutti i suoi desideri.
9_10 MARZO
UN giovane neolaureato, accompagnato da un bizzarro Angelo dell’Apocalisse, si fa strada nei decadenti sobborghi romani per annunciare l’imminente fine del mondo.
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