LA SIGNORA DELLE CAMELIE

14 > 24 Nov. 2024 DEBUTTO NAZIONALE
Alexandre Dumas figlio
martedì-venerdì ore 20.30, sabato ore 19.30, domenica ore 16.00

Spettacolo incluso in abbonamento EDEN  e Invito a Teatro

Tutti ricordano La Traviata di Giuseppe Verdi. La più famosa cortigiana parigina per amore di un ragazzo di buona famiglia decide di cambiare vita e abbandonare lusso e trasgressioni. Ma la società, che mal vede l’integrazione di una prostituta, rende questo amore uno strazio, fino alla morte di lei.

L’opera di Dumas – che ispirò La Traviata, appunto – ha creato uno dei topos femminili più intensi dell’800, riprodotto in balletti, spettacoli e film, ed è un romanzo di straordinaria brutalità: la cronaca impietosa di un omicidio sociale, in cui la violenza classista e moralista, immersa in condimenti stucchevoli e sentimentali, è travestita da romanticismo. Una storia che racconta una collettività disgustosa – forse persino oltre le intenzioni coscienti dell’autore – ispirata ad un caso di cronaca dell’epoca, e che continua a toccarci ancora oggi più di quanto vorremmo.

note di regia Per chiudere questa personale trilogia sui miti dell’amore romantico, passata per il romanzo di Lancillotto e la Dodicesima notte di Shakespeare, ho scelto un testo che mi ha sempre sconvolto per la sua ferocia cortese. La Signora delle camelie non fa sconti nel raccontare la sua epoca, muovendosi tra misoginia, classismo, privilegio, patriarcato; è una parabola che se non si fosse travestita da storia d’amore avrebbe potuto accendere le piazze. Roland Barthes scrive in Miti d’ oggi che a Margherita Gautier, alienata ma servile, mancherebbe pochissimo per diventare una fonte di critica della società in cui è immersa. Era un invito troppo allettante per lasciarselo sfuggire. Soprattutto, Signora delle Camelie è un testo sulla visione. Sul bisogno di vedere
tutto, sempre di più. Penso ai prototipi degli uomini del futuro creati pochi anni fa da un’azienda americana: dotati di occhi  enormi, per meglio consumare la miriade di immagini che abbiamo di fronte nell’ultimo secolo, in crescita esponenziale – penso a come il bisogno spasmodico da cui Dumas è attraversato ci abbia colonizzato. Vedere e avere, scopare con gli occhi, possedere. Anche la morte di Margherita è una merce da consumare. Con Signora delle Camelie Alexandre Dumas figlio si denuda, racconta- con una sorta di incoscienza, con una limpidità di cui evidentemente si pentirà – il suo rapporto con le donne, l’amore, il possesso. Non si fa sconti. Racconta le sue ossessioni, la sua piccolezza, si ridicolizza. L’unico desiderio che ho avuto, affrontandolo, è stato di non farmi sconti a mia volta. Partendo dal classico, da un sapore riccamente ottocentesco, e scivolando sempre più avanti, sempre più vicino, a me, a noi. Per guardarci –
Giovanni Ortoleva

liberamente tratto dal romanzo di Alexandre Dumas figlio
drammaturgia e regia di Giovanni Ortoleva
dramaturg Federico Bellini
scene Federico Biancalani
costumi Daniela De Blasio
musica Pietro Guarracino
movimenti di scena Anna Manella
disegno luci Davide Bellavia
aiuto regia Marco Santi
con Gabriele Benedetti, Anna Manella, Alberto Marcello, Nika Perrone e Vito Vicino
produzione Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse, Elsinor – Centro di Produzione Teatrale, TPE – Teatro Piemonte Europa, Arca Azzurra Associazione Culturale 

Spettacolo selezionato da Next – Laboratorio delle Idee per la produzione e programmazione dello spettacolo lombardo.

Il filo della stagione: La seconda produzione Elsinor è un omaggio al capolavoro di Dumas. Ad essere mirato e colpito  è il corpo della donna, sul quale vengono sfogate tutte le tensioni private e collettive. Giovanni Ortoleva completa la sua trilogia sui miti dell’amore romantico con un testo che sconvolge per la sua ferocia cortese.

durata spettacolo 90 min circa

Per info e prenotazioni biglietteria@teatrofontana.it / 02 69015733