Un mito straordinario, che narra gli elementi di cui è fatta la cultura dell’uomo contemporaneo, lucidamente ne vede gli errori, i passi falsi, le trappole.
SPETTACOLO
CREDITI
INFO E PREZZI
RASSEGNA STAMPA
SPETTACOLO
Un perfetto dispositivo drammaturgico e una potente prova d’attrice.
La Balivo passa con disinvoltura da una figura femminile all’altra, incarnando il tormento doloroso della donna tradita e la seduzione volitiva dell’amante. Per la prima, ubriaca di gelosia e sempre in nero, trova modulazioni basse e toni rauchi, movenze inquiete e battute sarcastiche. Per la seconda, bionda e in abiti chiari, accenti più frivoli e pose composte, sottili provocazioni e seducenti banalità.
F. Marchiori, ateatro
Lo spettacolo, vincitore del Premio Ubu 2020-2021 nella categoria Nuovo testo italiano/scrittura drammaturgica, racconta la storia di un cosiddetto triangolo amoroso – lui, lei, l’altra – e, tramite i frammenti e le immagini di questa vicenda, offre allo spettatore uno sguardo sull’Amore nelle sue pieghe dolorose e tormentate, in un sapiente mix di tragedia e umorismo. In scena, Serena Balivo dà corpo e voce alle due donne protagoniste della storia mentre accanto a lei appare la figura muta dell’uomo al centro del triangolo amoroso, impersonata e agita da Erica Galante.
Il lavoro di creazione della compagnia è partito da alcune domande sull’amore e su come questo sentimento, fondamentale nella vita umana, possa trasformarsi, degenerare, tradire i desideri e le aspettative di chi lo vive.
Al pubblico si offre la presenza di un unico cervello femminile – afferma Serena Balivo – di un unico organismo che vive nello stesso momento due possibilità di vissuto. A livello attoriale, sicuramente divertente ma faticoso; da donna, sento di poter creare un rapporto più intimo con lo spettatore che è spinto a percepire qualcosa di più rispetto a un conflitto tra due figure femminili.
CREDITI
uno spettacolo con Serena Balivo
e con Erica Galante
disegno luci Stella Monesi
ideazione, drammaturgia e regia Mariano Dammacco
foto di scena Luca Del Pia
ufficio stampa Maddalena Peluso
Produzione Piccola Compagnia Dammacco / Infinito / Operaestate Festival Veneto
Con il sostegno di L’arboreto-Teatro Dimora | La Corte Ospitale ::: Centro di residenza Emilia-Romagna e di CapoTrave/Kilowatt
Premio Ubu 2020-2021 nella categoria Nuovo testo italiano/scrittura drammaturgica
INFO E PREZZI
DURATA SPETTACOLO
1 ora
PREZZI
Intero 23 €
Under30 15 €
Over 65 / Under 14 11 €
Giovedì sera 19 €
Convenzioni 18 €
Scuole di teatro 12 €
Prevendita e prenotazione 1 €
Per prenotazione gruppi scuola scrivere a
teatroscuola@teatrofontana.it
RASSEGNA STAMPA
Spezzato è il cuore della bellezza all’Off Topic di Torino | Teatrionline | Alan Mauro Vai
La Balivo incanta il pubblico con la sua presenza, con la precisione del suo essere totalmente dentro al senso della parabola, del porgere il verso, la parola tagliente di Mariano Dammacco, un labirinto emotivo che indaga, serpeggiando, il male d’amore, i sentimenti devastanti che pervadano l’anima di chi vede interrotto, dopo anni di passione e vita comune, un legame sentimentale profondo e indissolubile per via di un’altra. Ed ecco che l’attrice prende i panni anche dell’altra donna, persona totalmente diversa da colei che è stata abbandonata, tanto profonda, tetra e radicata l’una, quanto aerea, solare e ingenua l’altra. La Balivo passa da un personaggio all’altro con incredibile disinvoltura avanzando nel racconto attraverso la poesia del testo e le immagini originali e cangianti dei monologhi e del flusso di pensieri, delineando man mano che l’intreccio si palesa la storia di un inusuale e surreale triangolo amoroso. Suggestivi gli intermezzi in cui Erica Galante presenta passaggi di teatro di figura indossando una grande maschera di cartapesta, contrapponendo la poesia astratta della pantomima al gorgo scuro in cui la favola amorosa pian piano si trasforma. Una scrittura drammaturgica fulminante, densa di comicità e intensità lirica, resa con magistrale bravura da una spumeggiante, vera e comica Serena Balivo, che conferma la maestria della presenza scenica e il dono dell’interpretazione a tutto tondo.
La Piccola Compagnia Dammacco spezza il cuore con bellezza | KLP | Andrea Alfieri
“Spezzato è il cuore della bellezza” ricalca la tipica storia di una donna tradita e abbandonata per un’altra, che a sua volta dovrà fare i conti con l’ingombrante figura della sua rivale. L’intreccio amoroso di due donne viene sviscerato in un cosmo di conflitti e illusioni, i ricordi o la quotidianità di una passione degenerano in una resa dei conti lancinante. È l’abbandono di cui spesso ci si innamora. […] Padrona di un paesaggio drammaturgico intenso e passionale, e disinvolta in uno spazio scenico asciugato all’essenziale, contorno di due pedane dove agiscono le protagoniste, la Balivo affronta il pubblico coinvolgendolo in uno stralunato discorrere di notti insonni, giornate vuote, foto da buttare insieme a tutti i ricordi, a tutta una vita, oppure divaga su incontri clandestini, frivolezze da neo innamorati. Cosa è o non è amore? Come lo si nutre? Chi deve o può rispondere a queste domande? La compagnia parte da questi e altri interrogativi per comporre un quadro di percezioni comiche e perturbanti allo stesso tempo, suturate nelle vite delle due donne, che diviene un binomio apparentemente distante negli intenti, ma che poi affoga in un’unica realtà condivisa. […] E si ride, si ride tanto in questo spettacolo. Si ride a crepapelle osservando gli altri ridere. Si ride sguaiatamente controllando se gli altri ridono, cercando tra il pubblico chi non ride, soppesando risate su risate altrui per capire se sono sincere o forzate. Ridiamo per far capire al mondo che noi siamo estranei a queste vicende, a queste dinamiche amorose. Dobbiamo ridere, non possiamo permetterci che qualcuno possa anche solo sospettare che questo scorrere di acredini e ipocrisie ci tocchi, ci coinvolga, ci comprometta.
Primavera dei Teatri 2020 | chetempochefa-roma.blogautore.repubblica.it | Francesca Saturnino
Balivo, camaleontica, si produce in entrambe le figure femminili, agli antipodi l’una dall’altra […] La drammaturgia è un’altalena inconsueta, per la sua rara bellezza – quasi letteraria -, tra becera tragedia umana e sarcasmo che non lascia scampo, tira dentro, con le sue parole necessarie che danno forma a qualcosa d’indicibile eppure universale, l’essere incappati nella morsa di un amore «troppo morto per vivere e troppo vivo per morire». Forse il teatro resta l’unico non luogo dove tutto questo può prendere forma reale: si assiste a quest’apparizione di fantasmi che hanno bisogno di andare in scena per l’ultima volta, prima di scomparire, liberarci.
L’inconscio pandemico del teatro | ateatro.it | Fernando Marchiori
La Balivo passa con disinvoltura da una figura femminile all’altra, incarnando il tormento doloroso della donna tradita e la seduzione volitiva dell’amante. Per la prima, ubriaca di gelosia e sempre in nero, trova modulazioni basse e toni rauchi, movenze inquiete e battute sarcastiche. Per la seconda, bionda e in abiti chiari, accenti più frivoli e pose composte, sottili provocazioni e seducenti banalità.
Spezzato è il cuore della bellezza di Piccola Compagnia Dammacco: danza equilibrata del dolore di un tradimento | 2duerighe.com | Raffaella Roversi
La Piccola Compagnia Dammacco (Modena) ha portato una splendida anteprima, un lavoro di grande costruzione teatrale: “Spezzato è il cuore della bellezza”. Il tema è lui, lei, l’altra in una danza equilibrata del dolore di un tradimento, tra tragedia, umorismo e poesia.
Kilowatt Festival 2020 a Sansepolcro: al termine della notte | gufetto.press | Susanna Pietrosanti
Di amore disilluso, di forti ferite, di desiderio ucciso, represso e potente parla anche Spezzato è il cuore della bellezza, poetico titolo per l’ultima creazione della Piccola Compagnia Dammacco, in anteprima a Kilowatt. Un triangolo amoroso: lui, lei, l’altra. Lui tace, ma vive nelle parole infuocate e raggelate delle due amanti, rappresentate, ambedue, dalla meravigliosa Serena Balivo, nella doppia maschera della tradita, una Medea non ancora infanticida, e della nuova amata, in un gioco di bravura e di sensibilità di attrice veramente ammirevole. […] il contraccolpo del senso del nostro esistere, difficile da trovare, e del sospetto della crudeltà inguaribile delle relazioni amorose, delle lacrimae rerum, invade il pubblico, con un risultato assolutamente strano: una consapevolezza che arriva in ritardo, un virus, questo, che ci accorgiamo solo dopo averci contagiato: quello dell’amore e del dolore, inscindibile e più eterno dell’eterno.
L’amore a due teste | Teatro e Critica | Simone Nebbia
È la storia di una coppia a due teste, due donne che si contendono un uomo attraverso il racconto delle loro due storie parallele, che si incrociano in più punti e si manifestano lungo gli accadimenti di una vicenda amorosa. Serena Balivo incarna entrambe, cambiando abiti e parrucca – mora la prima, bionda la seconda – ma non cambiando l’intenzione di indagare i risvolti dell’amore negli atti di maggiore connotazione: l’inizio e la fine – capovolti – la fine e l’inizio. […] La scrittura di Dammacco non è priva di afflati poetici, così come Serena Balivo sa compiere la scelta di pochi precisi elementi attoriali, funzionali alla correlazione dei due personaggi.
Due giorni autunnali di Primavera dei Teatri | paneacquaculture.net | Ilena Ambrosio
La scrittura e insieme la resa scenica operano per una sublimazione del reale, per la creazione di uno spazio in cui tutto è riconoscibile e familiare ma, insieme, è altro, è di più. Un esempio di come il teatro possa (e debba) essere totalmente umano, accogliendo tutto ciò che all’umano pertiene, ma spostandolo, cambiandone il segno, facendone materia d’arte. Facendoci pensare: L’ho vissuto anche io ma non avrei saputo dirlo così!
Due lei nel deserto amoroso in scena al Piccinni di Bari | La gazzetta del mezzogiorno | Pasquale Bellini.
In linea di principio, da qualche anno diffido degli spettacoli che anche se presentati in pompa magna risultano essere, per la serie “attore solista”, né più né meno che dei malinconici “monologhi”, dove la cosiddetta “narrazione” maschera spesso dei mestissimi tentativi, in economie di mezzi scenici, di talenti e, ahimé di spese. Non è così (sollievo!) per questo spettacolo Spezzato è il cuore della bellezza, in scena nel passato fine-settimana al Teatro Piccinni, con cui l’autore e regista Mariano Dammacco, che è barese (ma diffido anche dei baresi) ha vinto l’anno scorso il premio Ubu per la drammaturgia (dei premi poi diffido al massimo): qui per fortuna l’attrice in campo, Serena Balivo, infatti è protagonista “una e bina” in una sorta di traversata del deserto amoroso che è il testo di Dammacco, testo che scandaglia con arguzia, passione umorismo, delicatezza e violenza, quello strano sentimento che è l’amore, con la sua “grande bellezza” sempre capace di spezzare i cuori, i corpi e le trame di palcoscenico. (…) Assolutamente alterne e giustapposte sono le due Lei che Serena Balivo con quel felicissimo “disturbo bipolare” proprio degli attori, propone e offre in pasto al pubblico: la donna tradita è cupa di rancori, risentimenti e rimpianti, “eppur si muove” in gesti rattenuti da marionetta spezzata ma non domata, come in un acquario che attutisce il dolore, ma che magari esalta il sarcasmo fino a una straziata comicità. L’altra è una bionda pupattola, con sue buffe posture, saltelli e cinguettii, ma forse anche lei nasconde qualche profondità di repressa malinconia. Gran prova d’attrice per Serena Balivo, affiancata in scena (nei mimati gesti maschili) da Erica Galante.
Primavera dei Teatri 2020 | rumorscena.it | Giulio Baffi
Mentre è conferma e divertimento “Spezzato è il cuore della bellezza” che la Piccola Compagnia Dammacco ci porta in “prima” a Castrovillari, con Serena Balivo come sempre grottesca e strepitosa nel suo procedere a rotta di collo nella vendicativa rivendicazione d’innamorata respinta e delusa, nell’incontro-scontro con la nuova fiamma dell’uomo mediocre, con il mondo che s’intravede in filigrana come in una irresistibile “danza macabra”.
Kilowatt 2020: 18 anni di sguardi visionari sul teatro | klpteatro.it | Mario Bianchi
In ogni parola e nelle suggestioni poetiche che lo spettacolo di Mariano Dammacco ci regala, riconosciamo perfettamente le gioie e i dolori, le conseguenze dell’amore, di questo sentimento così forte e nello stesso tempo così ambiguo e portatore di tormenti, come ben ci ricorda il Tasso nel finale dell’Aminta.
Indagine al di sotto di qualsiasi sospetto: Il teatro di amore e morte di Mariano Dammacco | Masticaesputa.com | Giancarlo Visitilli
Dell’amore, Dammacco celebra l’abisso, la degenerazione, il tradimento e il suo continuo rigenerarsi. Si tratta di teatro che narra la vita, esaltandone la fine. E’un’indagine che compie il drammaturgo, sezionando la materia cuore e disaccoppiando due donne dal proprio uomo, due luoghi dalla propria luce (luci di Stella Monesi) e un unico cuore, quello di attori e spettatori, infranto. Sia che si tratti di bionde o di brune, di dialoghi in prima o in terza persona, Balivo è incredibilmente brava e credibile nel conferire carattere e mobilità ai cuori spezzati. (…) Dammacco, Balivo e Galante tentano, per la durata di un’ora e poco più, di dilatare tempi e spazi in cui ci si perde, ci si prende molto sul serio, tanto che si ride di gusto. E ci si sente indagati, dentro. Quel che però di grandioso accade è che uscendo da teatro, con gli occhi che sembrano voler straripare, ci si avverte spezzati per tanta, troppa, reale e vera bellezza. Che forse con il bello ha ben poco a che fare. Con il vero, sicuramente sì.