Un mito straordinario, che narra gli elementi di cui è fatta la cultura dell’uomo contemporaneo, lucidamente ne vede gli errori, i passi falsi, le trappole.
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CREDITI
INFO E PREZZI
RASSEGNA STAMPA
SPETTACOLO
Potente, toccante, tagliente: Tous des oiseaux / Come gli uccelli di Wajdi Mouawad – scrittore, regista, cineasta libano-canadese – vanta già numerose traduzioni e messinscene in tutta Europa. L’opera di questo innegabile genio ha acceso dibattiti e scosso gli spettatori, grazie alla sua storia e all’altissima qualità della sua scrittura. La compagnia Mulino di Amleto, dopo il successo di Festen, presenta questo testo per la prima volta in Italia con la regia di Marco Lorenzi e la traduzione di Monica Capuani.
La storia racconta un’epica familiare, quella della famiglia Zimmerman: giovani e innamorati Eitan e Wahida (lei araba, lui di origine ebrea) si conoscono a New York, in una bellissima scena di incontro d’amore. La loro storia fiorisce, a dispetto delle origini e delle difficoltà. Ma qualcosa va storto sull’Allenby Bridge – il famoso ponte che collega (ma allo stesso tempo divide, perché i controlli sono serratissimi e non a tutti è permesso il passaggio) – Israele e Giordania, cambiando il corso della vicenda.
In una dimensione sospesa, simbolica e potente, i piani temporali finiscono per mescolarsi, sospendersi, sovrapporsi. Arrivano i genitori, i nonni: per tutti sarà l’occasione di guardarsi negli occhi e di affrontare il dolore dell’identità, il demone dell’odio, la rigidità delle ideologie.
In una realtà storica fatta di conflitti, dolore, odii e attentati si dipana un labirinto di storie, eredità dimenticate, lotte fratricide che dà vita a un’indagine emotiva sulla propria identità culturale e sulle proprie origini.
«Da più di due anni abbiamo abbracciato un testo attraverso il quale Wajdi Mouawad ci sembra voglia ricordare che “il Teatro può essere il luogo e l’occasione per creare spazi dove i “nemici” possano ancora dialogare e far sentire insieme una voce, anche se infinitamente piccola, che non è quella dell’odio. […] In questo senso il teatro può essere questo spazio.”
Gli ultimi efferati accadimenti avvenuti in Israele e a Gaza, ci ricordano che tutto questo è vero, vivo e dolorosamente attuale. Ma noi insistiamo a credere che grazie a capolavori come quelli di Mouawad, il Teatro sia ancora l’unico luogo dove le assurdità della Storia possono essere rappresentate, per discuterle insieme, perché pensiamo – forse utopisticamente – che non si debbano più ripetere. Le vogliamo sul palco per cercare di comprenderle in ogni loro sfumatura, soprattutto attraverso le antinomie presenti negli esseri umani, attraverso le loro paure e speranze. Pensiamo che sia giusto non tirarci indietro di fronte ad un testo quanto mai attuale nello scandagliare la guerra, l’odio tra i popoli, le pretese e le indissolubili identità che ci formano. Pensiamo che sia giusto non cambiare una virgola, ma riconsegnare Come gli uccelli nella sua forza dolorosa e luminosa…così come è stato concepito. Perché se è vero che il mondo intorno a noi, oggi, riverbera ancora più cupo all’interno del nostro spettacolo, sentiamo anche che la luce e l’amore che lo attraversano lasciano un segno. E abbiamo la fiducia che questo segno possa essere il lascito profondo per gli spettatori».
Marco Lorenzi
MERCOLEDì 24 GENNAIO ORE 18.30
Punto Einaudi, Via Orti, 19, Milano
Dal romanzo alla scena
Talk e presentazione del libro a cura di Roberto Tallei giornalista Sky
con Mauro Bersani, direttore della Collana Teatro di Einaudi.
Intervengono
Marco Lorenzi e Barbara Mazzi, compagnia Il Mulino di Amleto
Ingresso libero, prenotazione consigliata
CREDITI
di Wajdi Mouawad
Consulente storico Natalie Zemon Davis
Traduzione di Monica Capuani
Del testo originale Tous des oiseaux
Adattamento di Lorenzo De Iacovo e Marco Lorenzi
Regia di Marco Lorenzi Personaggi/Interpreti
Federico Palumeri Eitan
Lucrezia Forni Wahida
Barbara Mazzi Eden / Leah giovane
Irene Ivaldi Leah
Rebecca Rossetti Norah / Infermiera
Aleksandar Ćvjetković Etgar
Elio D’Alessandro David / Cameriere
Said Esserairi Al Wazzân
Raffaele Musella Etgar giovane / Rabbino / Medico
Assistente alla regia Lorenzo De Iacovo Dramaturg Monica Capuani Scenografia e costumi Gregorio Zurla
Disegno luci Umberto Camponeschi
Disegno sonoro Massimiliano Bressan
Vocal coach e composizioni originali Elio D’Alessandro
Esecuzione al pianoforte de La marcia del tempo e Valzer per chi non crede nella magia Gianluca Angelillo
Video Full of Beans – Edoardo Palma & Emanuele Gaetano Forte
Consulente lingua ebraica Sarah Kaminski
Consulente lingua tedesca Elisabeth Eberl
Foto di scena Giuseppe Distefano
Un progetto de Il Mulino di Amleto
Una produzione A.M.A. Factory, ERT-Emilia Romagna Teatro Fondazione, Elsinor Centro di Produzione Teatrale e Teatro Nazionale di Genova
In collaborazione con TPE – Teatro Piemonte Europa e Festival delle Colline Torinesi
Con il sostegno di Bando ART-WAVES Produzioni 2022 e 2023 della Fondazione Compagnia di San Paolo
“Ecco perché anche se è un’impresa disperata, una scommessa persa in partenza bisogna continuare a credere nel sogno di vivere insieme”
(da Tous des oiseaux – Come gli uccelli)
Ph Giuseppe Distefano
Spettacolo inserito in abbonamento INVITO A TEATRO
INFO E PREZZI
DURATA SPETTACOLO
3 ore con intervallo di 15 minuti
In foyer è presente un servizio bar (caffè, acqua, cocktail)
PREZZI
Intero 23 €
Under30 15 €
Over 65 / Under 14 11 €
Giovedì sera 19 €
Convenzioni 18 €
Scuole di teatro 12 €
Prevendita e prenotazione 1 €
Per prenotazione gruppi scuola scrivere a
teatroscuola@teatrofontana.it
RASSEGNA STAMPA
«Marco Lorenzi, che oltre alla regia adatta il testo con Lorenzo De Iacovo, sta al gioco a rimpiattino ideato da Mouawad con il destino, ricreando sapientemente un vero e proprio mosaico di emozioni..Tutta la molteplicità degli eventi e delle emozioni è resa nello spettacolo con studiatissima naturalezza in oltre tre ore di spettacolo, a cui partecipano con immediatezza e felice adesione uno stuolo di attori, diventati con il tempo il nucleo portante della compagnia (oltre ai già citati, anche Said Esserairi e Raffaele Musella, che si misura in molte parti). “Come gli Uccelli”, dopo un lungo cammino di approfondimento – durato due anni – in ogni suo possibile contesto, ci pare l’esito più maturo, nella sua complessa e consapevole realizzazione, della compagnia torinese, testimoniato anche dal successo che al Teatro Astra ha accompagnato l’anteprima».
Mario Bianchi, KLP, 20/10/2023
Splendidi gli attori, di varia provenienza etnica, che hanno, con evidenza, introiettato i loro personaggi attraverso un approfondito lavoro di preparazione durato un paio di anni, e che ne governano con equilibrio e maestria professionale le dinamiche, le pulsioni apparentemente contraddittorie, o addirittura sconvolgenti, quando non gli eventi traumatici. Su ognuno di loro ci sarebbe da scrivere un intero saggio, a cominciare dai due giovani protagonisti».
Claudio Facchinelli, Rumor(s)cena, 4/12/2023
«Perfetta sintesi di complessità ed essenzialità, gli uccelli di Wajdi Mouawad spiccano il loro volo, salutati da meritate ovazioni, disegnando nel cielo immagini dalla disarmante e tragica umanità a partire da Eitan e Wahida che Federico Palumeri e Lucrezia Forni tratteggiano mescolando disincanto giovanile a matura sofferenza, all’inizio goffi innamorati poi sempre più adulti consapevoli di allontanarsi: insieme a loro dividono il meritato successo i “nonni” Aleksandar Čvjetković ed Irene Ivaldi, a distanza di decenni l’uno di fronte all’altra per scrivere la parola fine su di un passato che presenta il conto, e i “genitori” Elio D’Alessandro e Rebecca Rossetti, padre e madre incapaci di riconoscere il vero amore, da loro forse mai provato, superando i preconcetti imposti da assurde ideologie. Ed ancora Said Esserairi, Barbara Mazzi e Raffaele Musella, tutti applauditi interpreti di uno
spettacolo manifesto con cui indagare i drammi di un passato che si fa presente con il suo inaudito carico di violenze tragicamente pronte ad abitare l’immediato futuro».
Roberto Canavesi, Teatro Teatro, 14/10/2023
«Il testo è una perfetta macchina dalla struttura cinematografica, alle volte metateatrale, che sembra proporre come in un film delle dissolvenze tra un’inquadratura e l’altra, un continuo salto in avanti e indietro nel tempo e nello spazio. Anzi è come se accadesse tutto contemporaneamente e negli stessi luoghi, come in un lungo coma dove il passato ha un peso talmente importante da fondersi con il presente e il futuro. Il regista riesce a ricreare e gestire abilmente, con semplicità e fluidità, tutti i cambi spazio-temporali e scenici del racconto..Marco Lorenzi con uno stile suggestivo e necessario indaga l’essenza degli eventi tramite quella sottile sensibilità che caratterizza la sua impronta artistica. La messa
in scena, trascinante e perfettamente architettata già al suo debutto di prima italiana, lascia allo spettatore infiniti spunti di riflessione».
Ariel Ciravegna Thedy, teatrodamstorino.it, 14/10/2023
«Una scrittura scomoda e travolgente quella del franco-libanese Wajdi Mouawad, che Marco Lorenzi, regista dello spettacolo, trasferisce in scena con stile ed eleganza, attraverso una scenografia essenziale (in cui campeggia un muro mobile) e grande spazio assegnato all’interpretazione delle attrici e degli attori, chiamati a recitare in più lingue (italiano, arabo, israeliano e tedesco), e alla componente musicale dal grande impatto emotivo. Lungi applausi e pubblico in piedi, visibilmente commosso e grato».
Francesca Maria Rizzotti, Sipario, 30/11/2023